Differenze nella classificazione dei videogiochi per età

Cosa significano esattamente le restrizioni di età dei videogiochi? Un bambino di 10 anni può giocare a un videogioco adatto a partire dai 12 anni?

È perfettamente normale che i bambini giochino, in particolare ai videogiochi sul computer o sul cellulare. Ciononostante, non tutti i giochi (o i giocatori) sono uguali. Non per niente le confezioni dei videogiochi e le descrizioni online contengono informazioni sulle eventuali restrizioni di età. Vi dovreste preoccupare quindi se, per esempio, vostro figlio di dieci anni è diventato pazzo per Fortnite, indicato come adatto a un pubblico adolescente? Analizziamo chi stabilisce queste classificazioni a seconda dell’età, i motivi per le quali si usano e quanto vengono seguite nella realtà.

Chi decide le restrizioni sull’età dei videogiochi?

In tutto il mondo esistono circa una ventina di sistemi di classificazione di videogiochi per età. La maggior parte dei paesi europei, ad esempio, aderisce allo standard Pan European Game Information (PEGI), mentre negli Stati Uniti, in Canada e in Messico a stabilire le dovute restrizioni c’è l’Entertainment Software Rating Board (ESRB).

Germania, Russia, Australia e altri paesi utilizzano una gran varietà di sistemi di classificazione. In Giappone, ad esempio, esistono la Computer Entertainment Rating Organization (CERO) e l’Ethics Organization of Computer Software (EOCS).

Anche l’App Store di Apple utilizza il proprio sistema e Google Play supporta vari standard regionali, ma nella maggior parte dei paesi viene utilizzato il sistema IARC (International Age Rating Coalition).

In altre parole, ci sono diverse classificazioni dei videogiochi e scegliere quale classificazione usare non è una questione così banale come sembra. Torneremo su questo più tardi, ma prima scopriamo quali sono le categorie d’età e come interpretarle. 

Come interpretare le restrizioni di età

La maggior parte dei sistemi indica l’età minima consigliata utilizzando il numero corrispondente. Ciononostante, non tutti questi numeri devono essere presi alla lettera. Ad esempio, la valutazione russa 0+ corrisponde più o meno a quella di PEGI 3 (cioè adatta a tutti). Altri sistemi, come l’ESRB, utilizzano descrizioni invece dei numeri: E – Tutti, T – Adolescenti e così via, e ogni descrizione corrisponde a una determinata fascia d’età. In ogni caso, lo scopo di queste classificazioni è quello di informare il consumatore che il gioco può contenere linguaggio per adulti, scene di violenza e altri contenuti potenzialmente inappropriati. Per aiutarvi a decidere, oltre alla limitazione di età in sé, molti sistemi specificano il motivo per il quale il videogioco è stato inserito in quella classificazione in particolare. Ad esempio, l’ESRB utilizza descrizioni degli elementi che potrebbero causare problemi. In Europa, Corea del Sud e Giappone, invece, vengono utilizzate delle icone esplicative. In alcune regioni, le classificazioni dei videogiochi per età sono solamente avvertenze; in altre, si tratta di restrizioni più severe. In molti paesi, ad esempio, è illegale vendere un gioco ai minori se adatto ad adulti e ragazzi a partire dai 18 anni.

Perché i limiti di età cambiano in base al sistema di classificazione

Bisogna tener presente che ogni paese ha una definizione diversa di quello che potrebbe essere considerato come contenuto inappropriato. Ad esempio, l’anno scorso in Australia il gioco multiplayer DayZ è stato sottoposto ad alcune importanti restrizioni per quanto riguarda la vendita nei negozi; il motivo era che i giocatori potevano guadagnare dei bonus per uso di droghe. Affinché venisse ammesso nei negozi australiani, gli sviluppatori hanno dovuto rilasciare una versione modificata del gioco. Nel frattempo, il gioco dal gradevole nome Death Stranding di Hideo Kojima è stato considerato un gioco per i 15+  dagli stessi regolatori australiani. In Nuova Zelanda, invece, i tredicenni possono giocarci legalmente, nonostante entrambi i paesi riconoscano che il gioco contiene violenza e parolacce, ma nessuna droga. Molti altri paesi, invece, lo hanno considerato adatto esclusivamente a un pubblico adultoClassificazione d’età per Death Stranding:· ESRB: M  —  adulti (17+)· PEGI: 18+· RARS (Russia): 18+· ACB (Australia): MA15 +· OFLC (Nuova Zelanda): R13 

Death Stranding: M negli USA e solo R13 in Nuova Zelanda

The Sims 4 è un gioco che ha ottenuto classificazioni diametralmente opposte a seconda dei paesi, dalle più rilassate (adatto a partire dai 6 anni) alle più severe (18+). Sebbene la maggior parte dei sistemi concordi che sia un videogioco adatto agli adolescenti, in Russia è considerato per soli adulti, poiché i giocatori possono creare coppie di persone dello stesso sesso o far litigare i personaggi con i propri parenti. In Germania, ad esempio, il punto di vista è completamente differente: non essendoci violenza realistica, per i regolatori tedeschi The Sims è adatto anche ai più giovani.

Classificazione d’età per The Sims 4:

  • ESRB: T — Adolescenti
  • PEGI: 12+
  • RARS (Russia): 18+
  • ACB (Australia): M — 15+
  • USK (Germania): 6+

Fasce d'età differenti per il videogioco The Sims 4: da 6+ per lo standard tedesco USK a T e 12+ rispettivamente per ESRB e PEGI, arrivando a 18+ per lo standard russo RARS.

Classificazione dei giochi per bambini

La situazione non è più chiara neanche per quanti riguarda i giochi per i più piccoli. Ad esempio, i videogiochi Pokémon Spada e Pokémon Scudo, che attirano tanto l’attenzione dei bambini, per l’ESRB sono adatti a ogni età, nonostante contengano violenza sotto forma di cartone animato. In Europa e in Russia, invece, non sono considerati appropriati per bambini piccoli, e possono giocarci i bambini a partire dai 7 anni per PEGI e a partire dai 6 anni per RARS.

Classificazione di età per Pokémon Spada e Pokémon Scudo:

  • ESRB: E — Tutti
  • PEGI: 7+
  • RARS (Russia): 6+

Come scegliere un gioco per bambini

Come potete vedere, le varie organizzazioni che si occupano della classificazione non hanno affatto un punto di vista unitario quando devono classificare videogiochi. Ciò vuol dire che non dovreste necessariamente scartare un videogioco solo perché vostro figlio non ha l’età indicata nella confezione o nella descrizione della app. Meglio farsi un’opinione raccogliendo informazioni sul videogioco in questione:

  • Prestate attenzione non solo alle restrizioni sull’età ma anche ai motivi per i quali sono state applicate queste restrizioni. Se vivete in un paese dove queste informazioni sui giochi non sono presenti sulle confezioni o le descrizioni, fate una ricerca online, vi aiuterà a prendere una decisione;
  • Confrontate la classificazione dei videogiochi per età indicata nel vostro paese con quelle di altri paesi per avere un quadro più ampio. Ricordate, ad esempio, che le parolacce potrebbero essere omesse in qualche modo nella fase di traduzione del videogioco, il che vuol dire che nei paesi in cui il gioco è in lingua originale potrebbero essere più restrittivi da questo punto di vista;
  • Cercate il trailer del videogioco che volete acquistare su YouTube o sul sito degli sviluppatori. Leggete o visualizzate un buon numero di recensioni online, ci sono molti blogger o vlogger sui social network che se ne occupano. Di solito è sufficiente per farsi un’idea di com’è il gioco e se è presente del contenuto inappropriato per i vostri figli.

Dopo aver acquistato il gioco, provate a giocarci insieme con vostro figlio. Cercate di capire come funziona e analizzate la grafica, la trama e i dialoghi. Se vostro figlio gioca online, siate presenti: in questo modo potrete capire meglio se acquistare il gioco si è rivelata una buona scelta, oltre al fatto che così potete trascorrere del tempo insieme.

Infine, per evitare che vostro figlio passi troppo tempo con i videogiochi, potete utilizzare gli strumenti di parental control per impostare dei limiti. Ad esempio, Kaspersky Safe Kids vi consente di farlo sia sul computer, sia sullo smartphone (oltre a tante altre funzionalità).

Consigli