Smart working e ransomware

Il passaggio in massa al lavoro da casa ha fatto sì che i ransomware siano ora una minaccia ancora più grave.

Gli ultimi mesi hanno messo il mondo intero sottosopra, e non sarà certo una novità per i lettori di questo blog sapere che il passaggio universale allo smart working ha radicalmente modificato il panorama delle minacce. Tra i tanti fattori da tenere in considerazione, i responsabili della protezione informatica aziendale devono ora aggiungerne altri due: la distribuzione geografica della rete e la presenza di computer in ambienti domestici che vengono utilizzati per lavoro.

Minacce nella rete dell’ufficio

I vostri dipendenti lavorano da casa, collegandosi da remoto alla rete aziendale. La rete dell’ufficio è ora sparsa per tutta la città (e forse anche tra più città). Ciò significa che se un ransomware infetta la rete, potrebbero essere cifrati computer lontani chilometri l’uno dall’altro.

Anche se si dispone dei backup di tutti i computer di lavoro, bisognerebbe mandare i tecnici informatici a casa di ogni dipendente interessato, oppure portare i computer in ufficio. Questa soluzione però non è facilmente praticabile, soprattutto in una fase delicata come questa in cui è preferibile limitare gli spostamenti.

Reti domestiche sotto minaccia

Molte persone lavorano con informazioni aziendali salvate sui computer di casa. Non si può sapere però con certezza se questi dispositivi siano ben protetti, chi altri li utilizza e se gli utenti coinvolti comprendano i rischi legati alle moderne minacce informatiche. In altre parole, anche se il personale ha ricevuto la formazione adeguata per riuscire a riconoscere un allegato dannoso, ciò non garantisce che i vostri dati aziendali non vengano cifrati per colpa di una disattenzione o di un errore umano causato da un membro della famiglia che ha accesso allo stesso dispositivo del dipendente.

I vicini di casa rappresentano un ulteriore pericolo. Chi sa quali altri dispositivi sono collegati ai router dei dipendenti e in che modo è stato configurato l’accesso alle cartelle condivise?

Ricordate anche che i moderni cybercriminali cercano di rubare i dati prima di cifrarli. Tempo fa, quando veniva cifrato il computer di casa, il problema era limitato solo alla vittima; oggi come oggi, lavorando da casa, i ransomware possono ottenere informazioni aziendali riservate che andranno a finire nelle mani dei cybercriminali. Insomma, un attacco ransomware in casa che coinvolge un dipendente diventa un problema aziendale, un vostro problema.

La soluzione di sicurezza

Sappiamo che la maggior parte delle aziende costrette al passaggio improvviso allo smart working, non ha preventivato soluzioni di sicurezza aggiuntive, almeno non per il computer di casa di ogni singolo dipendente. Ma questo non è un motivo per lasciarli senza protezione. Il nostro Kaspersky Anti-Ransomware Tool for Business è stato appositamente creato per affrontare i ransomware.

In primo luogo, è una protezione che può coesistere con la maggior parte delle soluzioni di sicurezza, anche di altre aziende, creando così un ulteriore livello di difesa. In secondo luogo, è stata recentemente aggiornata con una funzione di protezione contro gli exploit (la maggior parte dei ransomware penetrano nel sistema attraverso vulnerabilità non risolte). Infine, grazie a questo nuovo modulo, Kaspersky Anti-Ransomware Tool for Business riesce a proteggere ancora meglio i sistemi obsoleti, come Windows 7, per il quale il supporto tecnico è stato interrotto all’inizio di quest’anno.

Per saperne di più su Kaspersky Anti-Ransomware Tool for Business e scaricare la soluzione, potete consultare questa pagina.

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