Panama Papers: segreti e paranoia

Journalists and their whistle-blowers managed to keep the biggest data leak in secret. How did they do it? I giornalisti e il loro informatore segreto hanno tenuto in segreto la più grande fuga di dati della storia. Come ci sono riusciti?

La più grande fuga di dati della storia è avvenuta quando i documenti di Mossack Fonseca sono caduti nelle mani dei giornalisti tedeschi. La raccolta trafugata era pari a 2,6 terabyte e conteneva 11,5 milioni di documenti riservati, cifra 3 volte maggiore a quella dello scandaloso caso Cablegate che ha portato alla luce numerosi documenti diplomatici.

Non è la prima volta che i dati dei clienti dello studio legale Mossack Fonseca finivano sulle prima pagine dei giornali: molti anni fa, una fonte anonima ha venduto una parte del proprio database alle autorità tedesche. Il fascicolo conteneva informazioni su diverse centinaia di società offshore. Il caso Panama Papers è di ben più grandi dimensioni: ha portato alla luce dati relativi a circa 240.000 aziende, aventi sede nel paradiso fiscale.

Ebbene sì, sono proprio un sacco di dati. È da un anno che tutto è sotto indagine e verranno fuori sicuramente molte altre novità. I dati sono stati analizzati in segreto da giornalisti appartenenti a diverse parti del mondo e al di fuori di questo gruppo di persone nessuno era a conoscenza delle indagini. Ora addentriamoci un po’ di più nel modo in cui l’intero processo è stato organizzato.

Il caso Panama Papers è iniziato alla fine del 2014 quando un informatore anonimo si è messo in contatto con Bastian Obermayer, un giornalista del “Süddeutsche Zeitung”. La talpa gli avrebbe offerto di rivelare dati che avrebbero obbligato i criminali a fare i conti con la verità.

La fonte giornalistica ha offerto i documenti e non ha chiesto nulla a cambio al di là dell’anonimato. Questa persona non era pronta a fare la stessa fine di Edward Snowden, che a dovuto lasciare la propria casa e abbandonare ogni speranza di poter rivedere amici e parenti. Temendo per la propria vita, l’informatore segreto ha insistito molto nell’usare vie di comunicazione online sicure e ha rifiutato di vedere il giornalista in persona.

Obermeyer era d’accordo. Quindi hanno mantenuto contatti attraverso canali di comunicazione criptati che venivano cambiati regolarmente. Il giornalista si è rifiutato di rivelare quali app e tecnologie erano state usate e come esattamente il grande fascicolo digitalizzato (più di 2 tetabyte) venne trasferito. Come afferma Wired, l’informatore ha detto solamente: “ho imparato un sacco di cose su come realizzare trasferimenti di grandi file in modo sicuro”.

Questo ha insegnato a Obermayer ad essere sempre molto vigile. Quando tutte le comunicazioni si sono concluse, il giornalista ha distrutto il telefono e l’hard disk del portatile, dato che questi dispositivi venivano usati per i loro contatti. “Questo potrebbe sembrare una misura un po’ esagerata” ha annotato Wired “ma ‘prevenire è meglio che curare’ “.

Quando il “Süddeutsche Zeitung” aveva finito la prima analisi della prima parte di documenti, il giornale ha fornito informazioni all’ International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ). Il team della ICIJ ha alle spalle una specifica esperienza nell’analisi di grandi quantità di dati, in questo modo gli esperti della ICIJ hanno iniziato a coordinare le attività di analisi.

C’era una cartella separata per ogni società offshore che includeva email, PDF, copie di documenti e contatti, oltre che a molti altri dati. Per abilitare una ricerca sul testo, alcuni file sono stati trasformati da immagini a testo con l’aiuto di un sistema che riconoscere i caratteri.

ICIJ ha creato il suo proprio motore di ricerca che ha permesso a tutte le parti in causa di lavorare congiuntamente, di avere accesso e di comunicare. Importanti giornali di tutto il mondo hanno preso parte alle indagini: circa 400 giornalisti provenienti da più di 80 paesi hanno iniziato a battere chiodo sui Panama Papers.

ICIJ non ha intenzione di dare accesso ai Panama Papers a tutti. Gerard Ryle, capo dell’organizzazione, pensa che questa fase potrebbe portare con sé notevoli problemi ai clienti di Mossack Fonseca.

Consigli