Tutti più disinvolti nelle relazioni online? Attenzione però ai rischi, personali e informatici

Incontrare persone online non è mai stato così facile e alla portata di tutti. Dalle app per il dating online ai social media, fino ai forum più popolari, milioni di persone stringono amicizie e relazioni attraverso Internet in modo regolare. Ma quali sono i rischi?

Molte persone oggi dichiarano di sentirsi a loro agio nel trovare amicizie e relazioni più nel mondo online che dal vivo, tanto che quasi un italiano su tre (29,1%) tra le persone coinvolte dal sondaggio condotto dalla Arlington Research per conto di Kaspersky ha dichiarato di riuscire a presentarsi come vorrebbe effettivamente essere visto dagli altri più facilmente online che di persona. Una percentuale simile (32,5%) dice anche di sentirsi più estroversa e sicura di sé nel mondo digitale rispetto a quando incontra le persone dal vivo.

Per approfondire il tema delle relazioni online abbiamo intervistato Marvi Santamaria, autrice del blog Match and The City.

  • Grazie al tuo blog Match and The City hai un punto di vista privilegiato su relazioni digitali e app di dating. Secondo te che portata ha il fenomeno nel nostro paese? Hai notato un aumento dell’attenzione da parte di chi ti segue per questi temi rispetto a qualche anno fa o anche solo durante e dopo il lockdown?

Quello del dating online, e in particolare delle applicazioni per incontri, è ormai un fenomeno globale, ben presente anche in Italia. Secondo una ricerca (Blogmeter, 2019) Tinder, una delle dating app più famose, è tra le 10 app più utilizzate dagli italiani.
Con il lockdown si è acceso un riflettore sul mondo delle dating app in quanto è stato colpito al suo cuore: gli incontri dal vivo tra le persone, un aspetto che come sappiamo è stato impossibilitato dalla quarantena. I servizi di dating hanno dovuto reinventarsi in base al nuovo contesto, ad esempio introducendo funzionalità come le videochiamate nelle dating app. Da ciò è nata una nuova forma di dating: il “virtual dating”, ossia primi appuntamenti e frequentazioni svolti a distanza, solitamente in videochiamata.
Se la pandemia poteva far pensare a una morte del dating, in realtà durante il lockdown le dating app hanno registrato un incremento di utilizzo del 20-30% e nello specifico Tinder ha rilevato un aumento della lunghezza delle conversazioni del 28%
Una parte di popolazione ha continuato a usare le app per conoscere nuove persone, seppure le regole degli appuntamenti siano state ridisegnate e il processo sia ancora in atto per via degli accorgimenti di sicurezza sanitaria.

  • La ricerca Kaspersky indaga il rapporto tra solitudine e uso della tecnologia. È qualcosa che emerge anche dalle discussioni con le persone che ti seguono?

È difficile dare una risposta univoca in quanto ci sarebbero diversi fattori da considerare. Parto dal presupposto che, se è vero che i mezzi non sono neutri, al contempo i mezzi digitali sono utilizzati da persone e nel caso delle dating app il loro cuore è proprio il “materiale umano” che le popola e vi interagisce. Dunque da un lato accade di usare le app per conoscere nuove persone ma sentirsi comunque profondamente soli, questo perchè le app dal canto loro, essendo disegnate per rendere l’esperienza fruibile facilmente e velocemente, possono influenzare le interazioni rendendole altrettanto veloci e “superficiali”. Ma anche in questo caso conta molto il fattore umano, ossia le aspettative e lo scopo di chi le usa e il suo grado di confidenza con la tecnologia e le dinamiche delle relazioni digitali.
D’altro canto ciò non vuol dire che non si possa trovare l’amore o un rapporto più profondo sulle app per incontri, anzi: sono tantissime le coppie a livello mondiale che si sono formate online (su Internet, ancor prima che sulle app) e questo trend è segnalato come in costante crescita.
Mai come in lockdown la tecnologia ci ha dimostrato di poterci far sentire meno soli: ci ha fatto sentire vicini seppure fisicamente distanti. Questo potere della tecnologia in verità c’è sempre stato, solo che prima una certa fetta della popolazione era molto diffidente verso la tecnologia, vista come qualcosa di dannoso a prescindere per le relazioni. Su Internet possono crearsi cose meravigliose: community di appassionati, movimenti di lotta sociale, progetti creativi e anche relazioni affettive, come i fatti ci dimostrano.

  • Chi ti segue ha la tendenza a fidarsi delle tecnologie che usa per conoscere e frequentare persone online? E delle persone che si conoscono in rete?

“Ascoltando” la mia community ho riscontrato dei timori legati più all’identità delle persone oltre lo schermo che non alla sicurezza del mezzo utilizzato. Una paura costante sulle dating app ad esempio è quella di chattare con profili fake (nome e foto falsi) o che mentono rispetto alla loro situazione sentimentale (persone già impegnate che lo nascondono). Per questo le persone veterane delle dating app hanno imparato a essere guardinghe e a studiare maggiormente i profili con cui interagiscono per sincerarsi della loro autenticità.

  • Relazioni digitali e sicurezza: a cosa dovrebbe fare attenzione una persona che per la prima volta inizia una relazione digitale?

A mio parere valgono regole di buon senso che però non sono scontate per tutti:
1. Cercare di verificare di non stare chattando con un profilo fake, per quanto possibile. Alcune dating app permettono di iscriversi solo tramite Facebook o cellulare, e in teoria questi dati dovrebbero essere veritieri, ma sappiamo che le persone purtroppo creano profili fake anche su Facebook.
2. Non dare informazioni personali se non ci si sente di potersi fidare. Il concetto di fiducia è molto soggettivo quindi non si può dare una “formula magica” adatta per tutti, ma in generale può essere una buona accortezza evitare di svelare dove si abita, dove si lavora e altri dettagli personali in chat a persone sconosciute.

  • Kaspersky invita le persone a non sottovalutare i rischi online, sia dal punto di vista personale, sia da quello informatico. Quale consigli aggiuntivi ti senti di dare a chi ti segue e ti prende come punto di riferimento secondo questi due punti di vista?

Ai consigli che ho citato sul verificare i profili fake e non dare informazioni personali a sconosciuti, mi sento di aggiungere questo altro punto: essere consapevoli e quindi nutrire un “timore sano” verso i rischi informatici, ma non farsi bloccare da quel timore, altrimenti continueremo ad alimentare uno stigma rispetto all’uso dei mezzi digitali. Dal mio punto di vista, farne un utilizzo “informato” e consapevole – ad esempio accertarsi dell’affidabilità del sito o app che si vogliono utilizzare è la chiave per tutelarsi e anche per stabilire un’esperienza piacevole online”.

Come anticipato Kaspersky afferma che non bisogna sottovalutare i rischi legati alla sicurezza informatica e infatti consiglia agli utenti di prestare molta attenzione quando cercano l’amore online o intrattengono relazioni digitali, infatti:

  • è importante controllare sempre i permessi delle applicazioni per vedere cosa è consentito fare a quelle installate;
  • è fondamentale non installare app che provengono da fonti poco attendibili, anche se pubblicizzate attivamente, e bloccare il download di programmi da fonti sconosciute direttamente nelle impostazioni del proprio smartphone;
  • bisogna poi informarsi sempre sul sito di dating che si intende utilizzare, provando a verificarne la reputazione su internet o valutando il feedback di utenti ed esperti, adottando magari una soluzione di sicurezza efficace che offra una protezione di tipo avanzato dai pericoli che corrono online su tutti i dispositivi in uso.

 

 

Marvi Santamaria lavora come Social Media Manager a Milano. Nel 2017 ha fondato “Match and the City”, la prima community italiana verticale sul tema delle dating app, con l’obiettivo di sensibilizzare su pregiudizi e stereotipi verso questo mondo. Un ecosistema che vive su blog (www.matchandthecity.it) e social (facebook.com/matchandthecity e instagram.com/matchandthecity). Nel 2019 ha pubblicato il libro “Tinder and the City. Avventure e disagi nel mondo delle dating app” (Agenzia Alcatraz), dove ha raccolto riflessioni e storie sul fenomeno degli incontri nati da applicazioni come Tinder. Scrive di relazioni digitali e sessualità su diverse testate online.

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