Porno e Smartworking: le ripercussioni sulla sicurezza

Durante il lockdown si è registrato un boom di accessi a siti per adulti anche durante lo smartworking. Ma con quali implicazioni?

Dal momento in cui sono state attuate le misure di distanziamento sociale i dipendenti si sono dovuti adattare a lavorare in nuovi spazi, come ad esempio il salotto di casa, e questo ha contribuito a ridurre il confine tra la vita privata e quella lavorativa.

Il lavoro da remoto e la necessità di adattarsi a questa “nuova normalità” iniziano infatti ad avere delle ripercussioni sull’equilibrio tra lavoro e vita privata.
Secondo una ricerca Kaspersky il 33% dei dipendenti italiani (31% a livello globale) ha dichiarato di lavorare più di quanto non facesse prima. Nonostante ciò, esiste un 44% di italiani che dichiara di dedicare più tempo ad attività personali, probabilmente sfruttando il tempo che prima impiegava per recarsi a lavoro.

Quello che si evince è una difficoltà sempre più marcata dei dipendenti nel separare la vita professionale da quella privata, soprattutto dal punto di vista informatico. Dal report infatti emerge che Il 44% degli italiani, ben 51% a livello globale, ha ammesso di aver guardato più contenuti per adulti durante il lockdown, e di averlo fatto sugli stessi dispositivi utilizzati per lavoro.

Durante il lockdown infatti, il porno in Italia ha avuto un boom per quanto riguarda gli accessi singoli alle piattaforme di video streaming, superando il 50% delle visite. Inoltre secondo una nuova ricerca condotta da Netskope, i dipendenti che visitano i siti per adulti sui loro computer portatili di lavoro sono cresciuti del 600% a fine giugno, portando inevitabilmente a ripercussioni sulla sfera della sicurezza del lavoro e del lavoratore stesso ma anche sui comportamenti corretti che il lavoratore è tenuto ad avere quando utilizza strumenti di lavoro per scopi personali.

Quindi quali rischi comporta questo trend?

Avrete sicuramente sentito parlare nelle scorse settimane del giornalista Jeffrey Toobin del New Yorker , scoperto in atteggiamenti non proprio consoni durante una call di lavoro.
Il giornalista è stato sospeso dalla sua trasmissione e ora deve gestire anche ripercussioni legali. Per evitare di incorrere in situazioni spiacevoli di questo tipo, è opportuno comprendere chiaramente cosa si può fare e cosa no soprattutto quando ci troviamo in un contesto lavorativo.

Ad esempio bisognerebbe evitare di visitare siti porno durante l’orario lavorativo anche se non siete in ufficio ma in remoto. Questo perché il lavoro da remoto equivale a tutti gli effetti a quello svolto in ufficio. Il fatto di poterlo fare da casa o da qualsiasi altro luogo non vi autorizza a comportarvi in modo diverso rispetto a quando siete in presenza del vostro capo o dei vostri colleghi. In seconda battuta visitare siti porno può esporre il vostro computer o dispositivo ad attacchi informatici di diversa natura.

Molti criminali informatici ad esempio usano le icone del volume presenti all’interno del sito incriminato per nascondere link nascosti click-bait e farvi visitare pagine web piene zeppe di virus e malware pronti a rubarvi dati.

Inoltre, è importantissimo capire quali siti visitare e quali no, soprattutto quando siete in smartworking.

Se vi mandano ad esempio un link sconosciuto e potenzialmente dannoso durante l’orario lavorativo e vi viene la malsana idea di aprirlo dal computer di lavoro, potreste dare il via al più grande data breach aziendale mai visto fino a oggi.

In questo caso è verissimo: la sicurezza online, non è un gioco!

Riassumendo è importante che sia le aziende, tramite coaching e training ai dipendenti sulla corretta igiene della sicurezza, che i lavoratori stessi e liberi professionisti, siano in grado di mettere in pratica alcune raccomandazioni per evitare che questo confine tra lavoro e vita privata diventi sempre più labile causando problemi sempre maggiori. Soprattutto in situazioni dove la disciplina del telelavoro non è regolamentata e ci si affida al buon senso dei dipendenti.

I consigli per le aziende

  • Pianificare una formazione di base sulla sicurezza per i dipendenti. La formazione può essere effettuata online e incentrata sulle pratiche fondamentali, come la gestione di account e password, la sicurezza della posta elettronica, la sicurezza degli endpoint. Kaspersky e Area9 Lyceum hanno collaborato ad un modulo gratuito per aiutare il personale a lavorare in sicurezza da casa.
  • Assicurarsi che i dispositivi, il software, le applicazioni e i servizi siano aggiornati con le ultime patch.
  • Installare un software di protezione di comprovata efficacia, come Kaspersky Endpoint Security Cloud, su tutti gli endpoint, compresi i dispositivi mobili, e attivare i firewall. La soluzione installata dovrebbe assicurare la protezione dalle minacce web e dalle email di phishing

I consigli per i dipendenti, liberi professionisti e freelancer

  • Utilizzare strumenti aziendali solo per lavoro. L’utilizzo del dispositivo aziendale per uso personale può esporre voi stessi e la vostra azienda ad attacchi informatici di diverso tipo.
  • Evitare di visitare siti per adulti quando siete in smartworking sia da dispositivi aziendali che personali. Il lavoro da remoto equivale a tutti gli effetti a quello svolto in ufficio.
  • Se siete liberi professionisti o comunque se lavorate con i vostri dispositivi personali, utilizzate una soluzione di sicurezza affidabile per una protezione completa da una vasta gamma di minacce.
  • Scaricare contenuti educativi e di intrattenimento rigorosamente da fonti affidabili
  • Non cliccare su link di dubbia provenienza se non siete sicuri del mittente.

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