I dirigenti aziendali dovrebbero preoccuparsi dell’AI Generativa?

L’intelligenza artificiale generativa è ormai d’uso comune per molti, ma i dirigenti aziendali dovrebbero preoccuparsi?

L’intelligenza artificiale è diventata una sorta di parola d’ordine negli ultimi tempi, con startup di tutto il mondo che saltano sul treno dell’intelligenza artificiale, nella speranza di realizzare il prossimo ChatGPT. Ma, mentre la corsa per creare il prossimo grande cambiamento prosegue, i datori di lavoro stanno esaminando come l’intelligenza artificale verrà utilizzata (e forse abusata) nelle loro attività.

Le aziende stanno per vivere un incubo legato alla sicurezza informatica o le preoccupazioni sono eccessive? Recentemente abbiamo condotto alcune ricerche, chiedendo ai dirigenti aziendali le loro opinioni sull’intelligenza artificiale generativa e sul suo utilizzo nelle loro attività.

Una preoccupazione reale?

Ma quali sono esattamente le preoccupazioni quando si parla di intelligenza artificiale? Dopotutto non è un rischio per la sicurezza se paragonata ad un server o endpoint obsoleto. Per capirlo correttamente, dobbiamo prima capire come funziona l’intelligenza artificiale generativa.

Per funzionare in modo efficace, l’intelligenza artificiale viene costantemente alimentata con dati. Da ciò, lo strumento apprende e perfeziona i propri risultati. Ma mentre questo va bene per le immagini o le poesie dei gatti, la proprietà intellettuale o i dati altamente sensibili sono tutta un’altra questione.

Pertanto, il rischio è che il personale utilizzi in modo improprio gli strumenti di intelligenza artificiale e condivida dati sensibili o proprietà intellettuale con terze parti. A parte il fatto che si potrebbe incorrere in problemi legali come il GDPR, ma ci si potrebbe anche ritrovare nella situazione in cui l’azienda condivida dati privati ​​con uno strumento che diffonde e riutilizza questi dati. Quindi, in generale, la preoccupazione deriva più dalla privacy e dai dati che da preoccupazioni di sicurezza più “tradizionali”.

Le due facce della medaglia

Tuttavia, detto ciò, molti dirigenti aziendali pensano già che l’intelligenza artificiale generativa sia in costruzione – anzi, alcuni la stanno addirittura utilizzando in prima persona – la nostra ricerca mostra che circa un quarto (28%) sta già utilizzando strumenti come ChatGPT.

Sebbene molti degli intervistati affermino che la Gen AI sia già parte del loro business, la maggior parte non ha intenzione di fare nulla al riguardo. Infatti, poco più di un quarto degli intervistati utilizza effettivamente l’intelligenza artificiale per le attività quotidiane.

Qual è la soluzione?

Dieci anni fa, BYOD, o Bring Your Own Device, è stato salutato come un punto di svolta per le aziende, consentendo loro di ridurre costi e manutenzione. Tuttavia, le aziende si sono presto rese conto che il BYOD causava diversi problemi, tra cui l’impossibilità di avere un guasto completo dei dispositivi sulla propria rete e ulteriori problemi relativi alla privacy e alla sicurezza dei dati.

Quindi, cosa c’entra questo con la Gen AI? Ebbene, come disse una volta John C. Maxwell: “Non puoi fidarti di ciò che non capisci”. I leader aziendali devono saperne di più sui pro e contro dell’intelligenza artificiale generativa per vedere se merita davvero un posto nella loro attività.

Per saperne di più sui nostri risultati, puoi leggere il report completo qui

 

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