In pillole: smart contract, Ethereum, ICO

Gli smart contract hanno fatto sì che Ethereum sia la seconda criptomoneta più importante del mondo. Ecco cosa è Ethereum e come si adatta al concetto delle ICO, ormai di moda.

Ultimamente investire in progetti che riguardano le criptomonete sembra essere una tendenza, e la quasi totale assenza di casi di successo non ha scoraggiato gli investitori. Nel 2017, e mancano ancora tre mesi alla fine dell’anno, i progetto di ICO (acronimo di Initial Currency Offerings) hanno raccolto fondi per circa 1,7 miliardi di dollari.

Non ci sono molti progetti di successo da poter apportare come esempio, tuttavia gli investitori continuano ad essere ottimisti e la criptomoneta Ethereum ci può aiutare a far luce sulle ragioni.

Le 5 criptomonete più capitalizzate e relative prezzi. Fonte

 

Come si evince dalla tabella, Ethereum è ben lontana da Bitcoin in quanto a capitalizzazione, ma molto più avanti rispetto alle altre altcoin. A giugno 2017 aveva quasi superato il potente Bitcoin. Perché Ethereum è così speciale e perché praticamente è la criptovaluta protagonista della maggior parte delle ICO di quest’anno?

L’idea alla base di Ethereum

Dal punto di vista degli utenti, i Bitcoin non sono altro che un sistema di pagamento: gli utenti si scambiano denaro, questo è quanto. Ethereum va oltre questo schema di semplice sistema di pagamento, dando agli utenti la possibilità di scrivere programmi basati sui wallet (portafogli).

Questi programmi possono ricevere automaticamente denaro dai wallet, decidere dove e quanto inviare e così via, ma a una importante condizione: ogni programma opera allo stesso modo per tutti gli utenti. I programmi agiscono seguendo noti principi che sono prevedibili, egualitari, trasparenti e non modificabili. Ci sono due tipi di wallet su Ethereum: quelli gestiti dagli utenti e quelli gestiti in maniera autonoma da dei programmi specifici.

Tali programmi, conosciuti anche con il nome smart contract, sono scritti nella blockchain, per cui sono immagazzinati per sempre, tutti gli utenti ne hanno una copia e sono utilizzati da tutti i partecipanti alla rete.

Tale novità ha allargato di parecchio il raggio di azione delle monete basate su blockchain.

Esempi di smart contract

Quali programmi si possono scrivere? Quelli che volete. Prendete, ad esempio, una piramide finanziaria. Lo smart contract di una piramide potrebbe seguire queste regole:

  1. Se la somma x proviene dall’indirizzo del wallet A, sarà registrata;
  2. Se, dopo di ciò, la somma y > 2x proviene dall’indirizzo B, si invia 2x del denaro all’indirizzo A e si registra il debito al partecipante B.

E ciò vale per ogni utente e transazione che segue. In alternativa, grazie alla regola si può inviare il 5% di tutto il denaro in entrata al creatore dello smart contract.

E cosa dire dell’asta?

  1. Se l’asta non è terminata, si registrano gli indirizzi e le somme offerte da ogni partecipante;
  2. Quando l`’asta è conclusa, si seleziona l’offerta più alta, si annuncia il vincitore e si restituiscono tutte le altre somme offerte.

Sono possibili combinazioni infinite di altre entità e applicazioni: wallet di più proprietari,  strumenti finanziari, scommesse automatiche, votazioni, lotterie, giochi, casinò, notai etc.

Grazie alla blockchain, tutti possono essere sicuri che nessuno stia imbrogliando: tutti possono vedere il codice del programma e verificare se sta funzionando a dovere. Nessuno potrà appropriarsi del denaro o andare in bancarotta (a meno che non ci siano bug nel codice).

I limiti degli smart contract

Gli smart contract, in ogni caso, hanno dei limiti importanti. Eccone alcuni:

  1. È molto difficile produrre numeri random in un programma basato sulle blockchain, il che è un problema per le lotterie;
  2. Non è facile nascondere certe informazioni nelle blockchain (ad esempio, partecipanti all’asta o le loro offerte. La tecnologia Blockchain è stata progettata tenendo in considerazione il concetto di trasparenza e a volte ciò può essere uno svantaggio;
  3. Se il contratto richiede informazioni non presenti nella blockchain (ad esempio, il tasso di cambio di una moneta in particolare), bisogna fidarsi di una persona che aggiunga tali informazioni alla blockchain;
  4. Per interagire con i contratti, gli utenti devono possedere l’ether, la moneta interna di Ethereum. Gli utenti che non dispongono di wallet di questa moneta non possono partecipare alle votazioni o a qualsiasi attività che si basi su Ethereum.
  5. Gli smart contract non lavorano velocemente, una media di 3-5 transazioni al secondo in tutto il mondo (in totale, non per partecipante);
  6. Gli errore presenti in un smart contract rimangono lì per sempre. L’unico modo per riparare all’errore è passare a un altro smart contract. Si tratta di un’opzione che dovrebbe essere inclusa nel programma iniziale, ma è molto raro che succeda;
  7. Gli smart contract possono smettere di funzionare come dovrebbero in quanto il codice del programma è difficile da comprendere e si potrebbero commettere errori nella scrittura e gli utenti potrebbero non essere in grado di dire cosa faccia realmente il codice.

Uno smart contract Ethereum semplice. Potete individuare l’errore che consente di rubare tutto il denaro? Non la maggior parte degli utenti.

 

Insomma, molto dipende dall’abilità dei creatori degli smart contract.

L’utilizzo principale degli smart contract

Piramidi, elezioni, casinò, lotterie… Cos’altro? Gli smart contract hanno soprattutto facilitato la raccolta fondi stile IPO.

Innanzitutto, lo smart contract consente di automatizzare la contabilità. Il contratto registra le quantità dei denaro e da chi proviene, computa e distribuisce le “quote”  e consente ai partecipanti di trasferirle e venderle.

In secondo luogo, non c’è bisogno di impelagarsi in indirizzi email, carte di credi, codici di verifica, autorizzazioni degli investitori etc.

Infine, tutti possono verificare le quote emesse e in che modo sono state distribuite tra i partecipanti. La blcokchain protegge i partecipanti da coloro che vorrebbero emettere in segreto quote aggiuntive o da chi vende la stessa quota a più persone.

ICO: Initial Coin Offering

Il primo gennaio 2017 un ether valeva 8 dollari e il picco massimo (fino a ora) è stato raggiunto lo scorso giugno, 400 dollari. Ciò era dovuto al gran numero di ICO come offerta iniziale di una quota di una startup. Il desiderio di speculazione ha stimolato la richiesta di criptomonete, in questo caso Ethereum. E ora ci sono tantissimi altri progetti come questi.

Andamento del prezzo di Ethereum. Fonte

 

Una cripto-startup segue più o meno questa strada:

  1. Avete un’idea, di solito collegata a una criptomoneta o alla blockchain;
  2. Avete bisogno di soldi per iniziare;
  3. Annunciate al pubblico che accettate ether a cambio di quote (o token o qualsiasi altra cosa), avvalendovi di uno smart contract;
  4. Sponsorizzate il vostro progetto e raccogliete la somma necessaria.

Per somma intendiamo più o meno tra i 10 e i 20 milioni di dollari e ci possono volere da qualche minuto a qualche giorni per raggiungere l’obiettivo. Per partecipare a un progetto, i più tenaci hanno pagato fino a 6.600 dollari di commissione per transazione. L’elevata richiesta di Ethereum e la bassa velocità delle sue transazione hanno portato le commissioni alle stelle.

Recupero del cripto-investimento

Cosa succede ai token pagati agli investitori? Dipende dal progetto. Alcuni promettono di dividere i futuri profitti, altri accettano i token come pagamento per servizi collegati al progetto originario. Altri ancora non promettono nulla, come il creatore di Useless Ethereum Token, il quale ha dichiarato apertamente che nessuno avrebbe ricevuto nulla in cambio ed è riuscito a raccogliere comunque 100 mila dollari.

In generale, i token si sono  fatti strada nelle cripto-borse in cui vengono scambiati. Chi se li è persi nell’ICO  li può acquistare in borsa, normalmente a un prezzo maggiorato. Chi ha partecipato all’ICO nella speranza di rivenderli per ottenere un profitto può svenderli in borsa, dove si applica la legge della domanda e dell’offerta (nonostante non si tratti di un prodotto vero e proprio). La differenza risiede nel fatto che nella cripto-industria non esistono regole, per cui ci sono vari modi poco leciti di gonfiare i prezzi.

Come abbiamo detto all’inizio, non ci sono motivi importanti per seguire la moda dell’ICO, salvo quello di diventare ricchi in poco tempo. Grazie a questo post, tuttavia, vi siete fatti un’idea delle tecniche “magiche” che provocano tanto entusiasmo.

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