Come fermare il cyberbullismo: 8 consigli per i genitori

Il bullismo non è di certo una novità, ma la tecnologia non ha fatto altro che servire sul piatto d’argento nuove occasioni per colpire i più vulnerabili. In occasione dello Stop Cyberbullying Day, Kaspersky Lab vi da alcuni consigli per fermare il cyberbullismo.

Oggi, 20 giugno 2014, è il Stop Cyberbullying Day, la giornata internazionale dedicata al cyberbullismo che si celebra ogni anno il terzo venerdì del mese di giugno. È un’occasione per poter dire “no” al cyberbullismo, una giornata in cui tutte le persone che odiano il bullismo e gli abusi online possono dimostrare il loro disprezzo e unirsi ad un movimento il cui obiettivo è opporsi a questo genere di abusi. Chiunque può partecipare, anche solo attraverso un tweet, usando l’ hashtag #STOPCYBERBULLYINGDAY.

Il bullismo non è di certo una novità, ma la tecnologia non ha fatto altro che servire sul piatto d’argento nuove occasioni per colpire i più vulnerabili. Poi, la cultura del “condividere tutto” sui social (ormai una norma) ha gettato ulteriore benzina sul fuoco.

Il bullismo non è di certo una novità, ma la tecnologia non ha fatto altro che servire sul piatto d’argento nuove occasioni per colpire i più vulnerabili. Se siete il padre di un bambino vittima di cyberbullismo, ricordategli che non è solo.

È importante parlare ai ragazzi del cyberbullismo. Se siete il padre di un bambino vittima di cyberbullismo, ricordategli che non è solo. È un problema che vivono molti altri bambini della sua età, e forse anche uno dei loro idoli lo ha sperimentato: Miley Cyrus, Cheryl Cole, Demi Lovato, Kim Kardashian e molti altri hanno affermato pubblicamente di essere stati vittima di abusi e prepotenze.

Se avete dei figli, la nostra lista di consigli vi può essere di grande aiuto.

1. Parlate con i vostri bambini e ragazzi e metteteli in guardia dai pericolo che si possono nascondere in rete.

2. Incoraggiateli a parlarvi delle loro esperienze online, in particolare di tutto quello che non li fa sentire a proprio agio, e a dirvi quando si sentono minacciati. Proteggere i nostri figli può essere talvolta un compito arduo, soprattutto ora nell’epoca degli smartphone. I ragazzi possono essere attaccati in vari modi, e non sempre posssiamo essere presenti. Gestite il cyberbullismo così come gestireste il bullismo nella vita reale: incoraggiate i vostri ragazzi ad essere aperti e a parlare con un adulto nel caso ricevessero messaggi inappropriati o minacciosi. È possibile bloccare certi numeri di telefono o certi contatti nel caso in cui i ragazzi non si sentissero a loro agio.

3. Stabilite insieme ai vostri figli delle regole precise rispetto a quello che possono o non possono fare online e spiegate loro l’importanza di tale regola. Tenete presente che è bene ridefinire queste regole quando i vostri ragazzi crescano.

4. Usate Parental Control (o Controllo Genitori) per stabilire una base grazie alla quale definire quello che è accettabile e quello che non lo è: quanto tempo possono spendere online, in quali momenti della giornata o della settimana, che tipo di contenuti e quali attività dovrebbero essere bloccati (chat, forum, ecc.). È possibile applicare filtri diversi ad ogni account presente su di un computer. Così otterremo un controllo personalizzato, diverso per ogni ragazzo.

5. Non dimenticate di usare le impostazioni offerte dal vostro ISO, computer o smartphone. Per esempio, la maggior parte dei telefoni cellulari permettono di prevenire gli acquisti in-app mentre i ragazzi giocano, evitando così di ricevere bollette molto salate.

6. Proteggete sempre il computer con un buon antivirus con Internet Security.

7. Non dimenticatevi degli smartphone dei vostri ragazzi; in realtà sono dei computer molto sofisticati. La maggior parte degli smartphone include misure di Parental Control ed esistono app in grado di filtrare i contenuti inappropriati o bloccare eventuali SMS fastidiosi.

8. Utilizzate le risorse disponibili online; si possono trovare un sacco di pagine web con consigli e strumenti utili, come, per esempio, Thinkuknow (in inglese).

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