Consigli per i genitori: sei errori da NON commettere sui social media

Genitori! State commettendo questi sei peccati capitali del mondo di Internet? Cercate di smettere immediatamente.

Genitori

Quando ero adolescente, i miei genitori spesso mi mettevano in imbarazzo di fronte ad amici o fidanzatine dell’epoca mostrando album di foto della mia infanzia.

A quei tempi quelle foto innocenti catturavano facce buffe e cretinate che rimanevano comunque nell’intimità del focolare domestico e conservate in album e raccolte.

Torniamo ai giorni nostri. Viviamo in un’epoca in cui siamo costantemente connessi a Internet e le nostre foto vengono condivise all’istante su siti come Facebook o Instagram. I grossi album fotografici del passato sono stati sostituiti dal formato digitale, vincolati ai profili degli utenti.

Come professionista dei social media (e come padre) che trascorre molto tempo sui social network, spesso mi sorprendo quanto la gente si vanti online dei figlio e di quanto questi futuri adulti se ne pentiranno con il passare del tempo.

In generale, con i social media è più facile condividere i momenti e ricordi della vita personale con la propria rete di conoscenze. Il rovescio della medaglia di questa facilità d’uso è che non ci soffermiamo a riflettere su cosa stiamo effettivamente condividendo.

https://twitter.com/Hannah__McGowan/status/647501437426135040

Tuttavia, se le nostre foto imbarazzanti possono essere utilizzate contro di noi nell’ambito di gruppi limitati, le foto di bambini e ragazzi possono ritorcersi contro di loro e per colpa di qualche impostazione sbagliata della privacy.

Noi ci siamo iscritti a questi servizi ma i nostri figli no; come genitori (o in quanto amici o parenti) dobbiamo prestare attenzione a quello che stiamo pubblicando e soprattutto evitare di condividere contenuti che potrebbero essere utilizzati da malintenzionati per scopi poco leciti.

1. Non impostate il vostro profilo come pubblico

Alzi la mano chi vuole che qualche tipo strano riesca a guardare le foto della propria figlia. Sicuramente non vedrò molte mani alzate.

Se avete impostato come pubblico il vostro profilo Facebook o Instagram, è come se invitaste chiunque abbia una connessione a Internet a dare un’occhiata alle vostre foto. Non solo è stupido impostare il profilo in questo modo, ma proprio da incoscienti.

Tutti noi siamo chiamati a definire livelli personalizzati di privacy sui social network; dovreste fare in modo che solo le persone a cui siete collegati direttamente possano accedere a ciò che pubblicate. Potete anche definire diversi livelli di privacy per ogni singolo post e per ciò che gli altri utenti possono vedere, soprattutto quando sono coinvolti bambini e ragazzi.

2. Non condividete le foto dei figli degli altri

Una delle cose che mi dà più fastidio è quando le persone scattano foto di gruppo e poi le condividono sui social media, anche quando ci sono bambini. I genitori hanno il diritto di sapere chi può visualizzare e commentare le foto dei propri figli. Sono i genitori che devono decidere quali foto dei bambini vadano condivise, non altre persone.

Personalmente mi secca molto quando un membro della mia famiglia pubblica una foto dei miei figli e arrivano commenti da persone che non conosco. Siamo sinceri, se non conosco quella persona, perché commenta le foto dei miei figli? Ho discusso spesso con la mia famiglia per questo e ho anche scritto commenti sgarbati nei confronti di persone che mi sembrava avessero esagerato.

Viviamo in un mondo pericoloso, non possiamo mai sapere quali sono le effettive intenzioni di una persona e le situazioni che sta vivendo. Meglio essere previdenti.

3.Non create un profilo per i vostri figli

C’è una persona che vorrei eliminare dai miei amici su Facebook; il motivo? Ha creato un profilo solo di suo figlio e non fa altro che taggarlo costantemente in qualsiasi post. C’è una ragione per cui hanno definito un’età a partire dalla quale si può creare un profilo sul social più grande al mondo.

Mettendo un attimo da parte l’aspetto della sicurezza, i bambini hanno il diritto di decidere se concedere i propri dati alle aziende pubblicitarie.

4. Che il bagnetto dei bambini rimanga un momento privato

Lo so, i bambini sono tenerissimi quando fanno il bagnetto, ma è un momento che deve rimanere privato.

Vorreste che il resto delle persone potesse vedere le vostre parti intime? Non credo proprio. Solo perché sono bambini non vuole dire che tutto il mondo sia autorizzato a violare la loro privacy.

Nel mondo ci sono tanti soggetti disturbati che pagano per vedere queste foto. In quanto adulti responsabili, è nostro dovere proteggere la privacy dei nostri bambini.

5. Non “umiliate” i vostri figli

Qualche anno fa è nata la moda del cosiddetto “dog shaming“, ovvero pubblicare foto degli animali domestici dispiaciuti dopo aver fatto qualche marachella. Una moda che faceva impazzire tutti; la valanga di like, commenti e condivisioni ha portato a fare lo stesso anche con i ragazzi.

Quando i bambini fanno qualcosa di sbagliato, i genitori gli fanno una foto con un cartello dove ammettono la propria “colpa” e poi la condividono sui social. Alcuni ridono, altri commentano. Il cartello passa il vaglio dei social e l’ok di Internet. I bambini vedono le proprie “magagne” alla mercé di persone che non hanno mai conosciuto (l’atto di vergogna non è poi così doloroso allora).

Non c’è lezione da imparare. Il video di questo ragazzo è diventato virale ma non per la ragione che pensate.

Direi che questo padre lo spiega perfettamente.

6. Non date del materiale ai bulli

Quando ero ragazzino (anni ’80/’90) c’erano già i bulli. Tutti sapevamo chi erano e la maggior parte di noi cercava di evitare questi individui. Purtroppo, nell’epoca moderna la maggior parte delle nostre attività si è spostata sul Web, abbiamo perso quel freno che prima avevamo nel dire certe cose negative, anche le più orribili. Sono troppo frequenti ormai i casi di cyberbullismo che hanno portato molti ragazzi a suicidarsi.

Così come accadeva con i bulli “offline” del passato, i cyberbulli si nutrono della paura e delle tecniche manipolatorie che utilizzano; in ogni caso, i gruppi di sostegno e le campagne di sensibilizzazione possono aiutare.

Un mio collega mi ha raccontato un aneddoto; un dirigente è andato a scuola del figlio per fare una presentazione e, quando ha acceso il computer, è apparsa sul desktop una foto imbarazzante del ragazzino che ha causato l’ilarità generale.

Potete immaginare come una presentazione preparata con tutta la buona volontà si sia trasformata in un aneddoto ridicolo; in una classe ci sono solo 30 alunni circa, ma comunque un momento difficile per il ragazzino in questione.

I ragazzi, nella loro fase di crescita, spesso non prendono le decisioni adeguate. Se una foto come quella dell’aneddoto dovesse finire su Internet, l’imbarazzo e il senso di vergogna si moltiplicherebbero all’ennesima potenza.

Morale della favola: mai dare in pasto nulla che possa mettere in imbarazzo i vostri figli in futuro, a meno che possiate gestire bene il vostro pubblico, cosa che su Internet non è possibile.

Tutti siamo chiamati a proteggere i nostri, a pensare al futuro e a preoccuparci della mancanza di sicurezza sui social network.

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