CES 2014: alcune impressioni su sicurezza e privacy

Dichiarazione ufficiale: quest’anno non abbiamo inviato nessuno al CES di Las Vegas. Se non lo conoscete, il Consumer Electronic Show, noto come CES, è una delle principali fiere dell’elettronica di consumo dove ogni anno vengono presentate le principali novità tecnologiche. Sebbene non abbiamo mandato nessun rappresentante in persona, l’abbiamo seguita con molta attenzione da casa.

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Dichiarazione ufficiale: quest’anno non abbiamo inviato nessuno al CES di Las Vegas. Se non lo conoscete, il Consumer Electronic Show, noto come CES, è una delle principali fiere dell’elettronica di consumo dove ogni anno vengono presentate le principali novità tecnologiche. Sebbene non abbiamo mandato nessun rappresentante in persona, l’abbiamo seguita con molta attenzione da casa.

Da quanto abbiamo letto – e questo non ci stupisce affatto – l’Internet delle cose si sta espandendo sempre di più, vantando una nuova ed ampia gamma di dispositivi connessi e indossabili. Sfortunatamente per coloro che comprano e usano queste cose, questi oggetti non sembrano avere in dotazione misure di sicurezza e sulla privacy.

I gadget elettronici presentati durante questa settimana spaziano da elettrodomestici intelligenti in grado di raccogliere dati, come frigoriferi e forni, e termometri per alimenti con Bluetooth, a sistemi di allarme wireless, Baby Monitor connessi a Skype, fino a tablet Android sviluppati dalla casa automobilistica Audi da usare come display Wi-Fi all’interno dei veicoli.

Tuttavia, alla luce di tutto quello che abbiamo osservato quest’anno, come la possibilità di hackerare automobili ed essere umani, beni di consumo di vario tipo e persino WC, ci sono alcuni oggetti piuttosto allarmanti.

I prodotti protagonisti del CES di quest’anno non sono sempre sorprendenti. L’evento sta principalmente confermando la tendenza dell’industria hi-tech a connettere tutto a Internet e raccogliere dati da qualsiasi dispositivo che usiamo. Tuttavia, alla luce di tutto quello che abbiamo osservato quest’anno, come la possibilità di hackerare automobili ed essere umani, beni di consumo di vario tipo e persino WC (per non menzionare l’aumento dei malware e delle vulnerabilità per Android) ci sono alcuni oggetti piuttosto allarmanti.

Per questo motivo, considerando le attività di sorveglianza governativa partire dagli States e la risposta dei giganti IT a queste operazioni di monitoraggio, ci sorprende che le compagnie high-tech stiano continuando a sviluppare prodotti nuovi e sempre più invasivi.  Inoltre, dato l’impatto internazionale che hanno avuto le rivelazioni attorno alle modalità operative dell’NSA in materia di sorveglianza, è semplicemente sorprendente che i consumatori stiano ancora facendo la fila nei centri commerciali per comprare questi prodotti.

Chris McKie, director of corporate communications presso l’azienda di sicurezza Fortinet, ha scritto di recente in un post che i Big Data stanno per diventare “Supermassive Data”.

Sul blog, poi, continua a scrivere che una raccolta di dati massiva si trasforma facilmente in un pericolo massivo dato che nel mondo di oggi i dati sono la “moneta” preferita dai cybercriminali.

“Ci sono pericoli di poco conto; se ti hackerano il tosta pane, al massimo puoi bruciare il toast” scrive McKie. “Ma altre minacce, come nel caso dell’hackeraggio di un’auto con connessione a Internet, possono rappresentare un pericolo ben più grande per la vita degli utenti. Non si tratta di se questi nuovi prodotti verranno hackerati oppure no. È piuttosto una questione di come noi, rappresentanti dell’industria, affrontiamo i rischi associati a tutti questi dispositivi con connessione a Internet”.

Dunque, che cosa possiamo fare a questo proposito come consumatori? Forse potremmo evitare di comprare questi nuovi oggetti e trasferirci in una zona remota del pianeta dove non c’è Internet. Tuttavia, personalmente, a me piace Internet e francamente credo che alcuni dei gadget messi in mostra presso il CES siano davvero interessanti (sto parlando di te, T-Mobile). Quindi credo che la scelta migliore sia “fare bene i compiti”: ricompensare le aziende hi-tech che si preoccupano per la sicurezza e la privacy, e che dotano i dispositivi di un robusto set di misure protettive, ed evitare quelle che non vi danno la scelta.

Infine, rimanete sempre informati sulle novità del settore e seguite i nostri Blog. In inverno, primavera ed estate, inizieremo a capitanare diverse conferenze; presto hacker e ricercatori violeranno questi nuovi dispositivi in modi che ancora non possiamo nemmeno immaginare.

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