I principali casi di cybercrimine del mese: maggio 2014

Maggio è stato un mese ricco di buone notizie, ovvero di numerosi arresti di hacker e cybercriminali.

Arresti ai cybercriminali

Il mese di maggio è stato ricco di notizie su hacker e cybercriminali. Diamo un’occhiata agli arresti del mese appena trascorso e vediamo un po’ cosa hanno combinato questa volta.

Il capo di LulzSec condannato a vari mesi di carcere

Sabu, un hacker che faceva parte del gruppo LulzSec e ora diventato informatore, ha evitato diversi anni di carcere ma ha già scontato una parte della sua pena per essere stato al comando di alcuni attacchi del gruppo diretti a obiettivi di grande calibro. Hector Monsegur, alias Sabu, è uscito dal tribunale di New York come uomo libero in quanto ha deciso di collaborare con l’FBI, identificando e rintracciando altri membri del gruppo hacker e aiutando l’FBI a sventare altri attacchi. Monsegur era un membro importante del gruppo hacker LulzSec e le forze di polizia lo hanno accusato di essere coinvolto in molte operazioni, tra cui gli attacchi a PayPal e ad altre importanti compagnie. Dopo essere stato arrestato dall’FBI nel 2011, Monsegur ha iniziato a collaborare e a fornire informazioni circa le attività di altri membri. Gli avvocati hanno chiesto al giudice di concedere a Monsegur uno sconto della pena in cambio di informazioni, ma non c’è stata nessuna indicazione circa la pena da scontare. In ogni caso, Monsegur non ritornerà in carcere ma sarà sotto sorveglianza da parte del tribunale per un anno.

Centinaia di hacker presi tutti in una volta

Uno dei casi più importanti di maggio riguarda 97 hacker, accusati di aver utilizzato per i propri scopi il Trojan Blackshades, capace di controllare i computer in remoto. Il malware era disponibile su vari forum alla modica cifra di 40 dollari, e con esso gli hacker potevano trasformare i dispositivi delle malcapitate vittime del Trojan in veri e propri dispositivi di sorveglianza. L’FBI ha dichiarato che questo “Remote Access Tool” (RAT) è stato venduto e distribuito a più di 100 compagnie e ha causato oltre 500.000 infezioni di dispositivi. Il RAT era anche capace di passare da solo su altri dispositivi attraverso i contatti sui social network o sulle piattaforme di messaggistica istantanea. L’operazione di polizia ha visto la collaborazione delle forze dell’ordine di 19 paesi e ha portato a oltre 300 ricerche. Non si sa ancora quali pene dovranno scontare i cybercriminali o se dovranno pagare delle multe, ma gli sviluppatori del malware Blackshades (che dovrebbero essere lo svedese Alex Yucel di 24 anni e lo statunitense Michael Hogue, dell’Arizona) potrebbero rimanere in carcere fino a 20 anni.

20 anni per aver venduto carte di credo false

David Ray Camez, di 22 anni, anche conosciuto come “Bad Man” o “doctorsex”, è stato condannato a metà maggio dal tribunale distrettuale statunitense. Camez era stato in prigione alla fine del 2013 per aver partecipato a un’organizzazione racket e per cospirazione. Il ragazzo era entrato a far parte di Carder.su sei anni fa e per ben due anni ha effettuato la compravendita di ID e carte di credito falsi. Camez, assieme ad altre 39 persone, era stato accusato nel gennaio 2012.  Altri sette sono stati dichiarati colpevoli, due verranno processati questo mese e altri tre si sono dati alla fuga. Altre 16 persone sono coinvolte in altri tre casi separati, e fino ad ora 14 sono stati dichiarati colpevoli. Oltre alla pena già inflittagli, ovvero 20 anni, Camez dovrà scontare tre anni di libertà condizionata e dovrà pagare una multa salatissima di 20 milioni di dollari.

Arrestato il co-fondatore di Pirate Bay

L’ultimo giorno di maggio Peter Sunde, uno dei fondatori ed ex portavoce del torrent tracker Pirate Bay, è stato arrestato dall’Interpol in Svezia. La polizia lo stava cercando da oltre due anni, dopo che nel 2012 la Corte Suprema svedese aveva deciso di non garantire l’appello per il lungo caso che vedeva come protagonisti i creatori di Pirate Bay. Sunde ha sottoposto il suo caso alla corte europea dei diritti umani e alla Corte Suprema svedese, ma entrambi hanno rifiutato la sua richiesta. Ora Sunde dovrebbe scontare 8 mesi di carcere. Altri due attivisti sono ormai liberi e un altro collega di Sunde sta ancora cercando di eludere la giustizia, nascosto da qualche parte in Asia.

Formar parte di un’organizzazione racket può costare fino a 20 di carcere

La più grande operazione di polizia contro medicinali contraffatti

Circa 200 forze di polizia di oltre cento paesi hanno preso parte all’operazione Pangea 7 per sventare diverse reti criminali che si occupavano della vendita di medicinali contraffatti attraverso farmacie online illegali. L’operazione ha portato a oltre 230 arresti in tutto il mondo e al sequestro di medicinali potenzialmente pericolosi per il valore di 36 milioni di dollari. Durante l’operazione, sono stati aperti 1.235 casi, sono stati rimossi quasi 20.000 annunci pubblicitari di medicinali illegali sui social network, sono stati chiusi oltre 10.000 siti Internet e sono stati sequestrati 9,4 milioni di medicinali contraffatti e illegali. L’operazione internazionale è stata coordinata dall’Interpol e ha visto la collaborazione di diverse organizzazioni, tra cui la World Customs Organization, il Center for Safe Internet Pharmacies e importanti aziende come Microsoft, PayPal, Mastercard e Visa.

Grossa multa per Text Spammer

Phil Flora, o altrimenti detto anche Phil P., a capo di un’operazione di spam via SMS, dovrà pagare una multa di 148.000 dollari per tale reato. Phil Flora ha inviato oltre 29 milioni di SMS promettendo carte regalo “gratuite”. La truffa era piuttosto semplice: la vittima faceva click sul link contenuto nel messaggio, dopodiché compariva un formulario che l’utente doveva compilare per ottenere gratuitamente una carta regalo del valore di 1.000 dollari di Walmart. Tuttavia, una volta fatto ciò, l’utente era costretto a cliccare su vari link. I dati inseriti dall’utente in realtà servivano per diffondere altro spam. Questo schema ha creato vari problemi per il grosso rivenditore americano: in tribunale il direttore della privacy di Walmart Store ha dichiarato che l’azienda ha ricevuto oltre 14.000 lamentele e la truffa le è costata oltre 100.000 dollari, in termini di tempo e risorse spesi per non perdere i clienti insoddisfatti.

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