Trojan bancari in un wrapper aziendale

Gli spammer stanno usando macro dannose per distribuire malware bancari IcedID e Qbot in documenti apparentemente importanti.

Per gli impiegati che devono gestire centinaia di e-mail, la tentazione di leggere velocemente e scaricare gli allegati in automatico può essere forte. I criminali informatici, naturalmente, se ne approfittano e inviano documenti apparentemente importanti che potrebbero contenere qualsiasi cosa, da link di phishing a malware. I nostri esperti hanno recentemente scoperto due campagne di spam molto simili che distribuiscono i Trojan bancari IcedID e Qbot.

Spam con documenti dannosi

Entrambe le e-mail sembravano della normale corrispondenza commerciale. Nel primo caso, i criminali informatici chiedevano un risarcimento per un qualche motivo (fraudolento) o menzionavano l’annullamento di un’operazione. Allegato al messaggio c’era un file Excel in formato zip chiamato CompensationClaim più una serie di numeri. Il secondo messaggio di spam aveva a che fare con dei pagamenti e contratti e includeva un link al sito web hackerato dove si trovava l’archivio contenente il documento.

In entrambi i casi, l’obiettivo dei cybercriminali era quello di convincere il destinatario ad aprire il file Excel dannoso e a eseguire la macro in esso contenuta, scaricando così il Trojan IcedID (o talvolta Qbot) sul dispositivo della vittima.

IcedID e Qbot

I Trojan bancari IcedID e Qbot sono in circolazione da anni; IcedID ha attirato per la prima volta l’attenzione dei ricercatori nel 2017 e Qbot è invece attivo dal 2008. Inoltre, i cybercriminali stanno costantemente affinando le loro tecniche. Ad esempio, hanno nascosto il componente principale di IcedID in un’immagine PNG utilizzando una tecnica chiamata steganografia, che è piuttosto difficile da rilevare.

Oggi, entrambi i programmi malware sono disponibili sui mercati nascosti; oltre ai loro creatori, ci sono numerosi client che distribuiscono i Trojan. Il compito principale del malware è quello di rubare i dettagli della carta di credito e le credenziali di accesso ai conti bancari, preferibilmente conti aziendali (da qui le e-mail di tipo aziendale). Per raggiungere i loro obiettivi, i Trojan utilizzano vari metodi. Per esempio, possono:

  • Inserire uno script dannoso in una pagina web per intercettare i dati digitati dall’utente;
  • Reindirizzare gli utenti dell’home banking a una falsa pagina di login;
  • Rubare i dati salvati nel browser.

Qbot può anche registrare le sequenze di tasti per intercettare le password.

Purtroppo, il furto dei dati di pagamento non è l’unico problema che devono affrontare le vittime. Per esempio, IcedID può scaricare altri malware, incluso ransomware, sui dispositivi infetti. Nel frattempo, i trucchi di Qbot includono il furto di thread di e-mail da utilizzare in ulteriori campagne di spam, e fornire ai cybercriminali l’accesso remoto ai computer delle vittime. Le conseguenze possono essere gravi, soprattutto per i dispositivi aziendali.

Come proteggersi dai Trojan bancari

Non importa quanto astuti possano essere i criminali informatici, non è necessario reinventare la ruota per restare al sicuro. Entrambe le campagne di spam in questione si basano sul fatto che i destinatari compiano azioni rischiose; se, invece, non apriranno il file dannoso e non lasceranno eseguire la macro, questa tattica semplicemente non funzionerà. Per ridurre le possibilità di cadere nella trappola:

  • Controllate l’identità del mittente, incluso il nome di dominio. Qualcuno che afferma di essere un appaltatore o un cliente aziendale ma usa un indirizzo Gmail, per esempio, può essere sospetto. E se semplicemente non sapete chi è il mittente, controllate insieme ai colleghi;
  • Proibite di default le macro e trattate con sospetto i documenti che richiedono di abilitare le macro o altri contenuti. Non eseguite mai una macro a meno che non siate assolutamente sicuri che il file ne abbia bisogno, e che il documento sia sicuro;
  • Installate una soluzione di sicurezza affidabile. Se utilizzate un dispositivo personale, o il vostro datore di lavoro è poco rigoroso quando si tratta di protezione della workstation, assicuratevi che i dispositivi siano protetti. Le nostre soluzioni rilevano sia IcedID, sia Qbot.

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